Lettera aperta del nostro Capogruppo
Al Sindaco di Cernusco Lombardone
Sig.ra Giovanna De Capitani
Il prossimo 27 gennaio, giornata della memoria si ricorderà la Shoah: i 6 milioni di Ebrei europei sterminati per mano nazista durante la seconda guerra mondiale.
Con la giornata della memoria ricordiamo quando il campo di sterminio di Auschwitz venne liberato dall'Armata rossa: ricordare il passato serve per evitare di ripercorrere gli errori fatti e costruire un futuro migliore.
Ma quanti sanno e ricordano un altro impressionante genocidio che precedette e fu quasi una prova per la shoah? Mi riferisco al genocidio dei cristiani Armeni.
Personalmente sono venuta a conoscenza di questo genocidio nel 2000, quando in viaggio nel nord dell’Iran al confine con la Turchia e l’Armenia, l’accompagnatore del nostro gruppo, un cristiano di origine armena, ci ha raccontato del suo popolo e ci ha provocato chiedendoci : “ma voi Italiani volete i Turchi in Europa?”.
E nel 2004 il premio Stresa di narrativa è stato vinto da La masseria delle allodole un libro scritto da Antonia Arslan che tratta del genocidio armeno. L'autrice ci propone la storia molto toccante di un gruppo di armeni che vissero in Anatolia (attuale Turchia) vittime dei rastrellamenti organizzati dal governo turco.
Così come il film omonimo dei fratelli Taviani, tratto dal romanzo.
In occasione della giornata della memoria, sarebbe importante ricordare anche questo genocidio del XX secolo.
Deportazioni, carestia, malattia, esecuzioni portarono a 1.400.000 vittime: il 70% della popolazione armena. La shoah sterminò il 50% degli Ebrei europei.
Tra i due genocidi però c’è una differenza: il silenzio.
Sono passati quasi 97 anni e la Turchia moderna non riconosce questo genocidio, rinuncia ad una seria discussione sul tema e si limita a tacere sull’argomento.
Gli Armeni di oggi sono nella situazione in cui si sarebbero trovati gli Ebrei se la Germania avesse deciso di negare la Shoah.
I cristiani Armeni sono vittime due volte: vittime del genocidio e vittime del negazionismo dei carnefici.
Al silenzio degli assassini si è aggiunto quello degli stati, quello delle vittime, quello della diplomazia e della coscienza degli uomini.
Potrebbe essere l’occasione per evidenziare come spesso la causa di tanto dolore è l’odio, odio che arriva fino al punto di non riconoscere i propri errori.
Ritengo che il primo passo verso la riconciliazione, fondamento di ogni progetto futuro sia l’ammissione dei propri errori.
E invece recentemente il Governo Turco è stato protagonista di una rottura diplomatica con la Francia perché quest’ultima ha riconosciuto il genocidio armeno.
A mio avviso occorre approfittare della giornata della memoria per ricordare che di barbarie ve ne sono state tante nel XX secolo e che vanno raccontate tutte, alle nuove generazioni, non taciute.
Renata Valagussa Raimondo
Cernusco Lombardone 18/01/2012